Un Pò di Storia
Si scorgono tracce del “Castelluccio” come espressione di quella civiltà rurale intrisa di amore per la propria “Terra” e per le proprie tradizioni già ai primi dell’Ottocento. Momento storico imprescindibile per quella civiltà contadina che costretta dal proprio disagio e non solo dagli avvenimenti politici a prendere coscienza della triste condizione sociale si ribellava alimentando e fomentando quella congiuntura storica che tuttora profondamente ci caratterizza il Brigantaggio
Basta dare un’occhiata al Vecchio Casale (in ritrutturazione) realtà che avevano visto “quei caratteri dolci e sommessi” i contadini sollevare l’ardente questione agraria e sociale. Solo l’ “invisibile architettura” di questi luoghi ci consente di recuperare la magia di un tempo in cui nostri antenati tessevano con la natura un rapporto così intimo da renderla partecipe di ogni momento della loro vita.

Si pensi ad un testimone d’eccezione come la “Grande Quercia” la padrona incontrastata di tutte quelle attività che animavano quotidianamente “l’Aia.”
Autentica custode di questo recupero del dialogo e del contatto con noi stessi e con la natura spettacolo di grande e silenziosa solennità dinanzi al quale anche l’animo meno avvezzo alle suggestioni immateriali percepisce la sacralità del luogo in cui memorie antiche si intrecciano ai rami di queste viventi cattedrali
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